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Non voglio più metterti pesi sulle spalle!

Cos'è veramente l'amore?

Utilizzo questo spazio quasi come un diario, per poter tornare a certi temi in futuro, quando la freschezza del ricordo sarà svanita e la routine, spero, avrà consolidato i progressi nella vita spirituale che auspico in questo momento.

Sì, perché ascoltando una catechesi dell’ormai ultra-citato Padre Ripperger mentre lavavo i piatti questo pomeriggio, ho avuto come un’epifania, ovvero uno di quei momenti in cui Dio ti fa vedere con chiarezza cosa vuole da te. Meraviglioso.

La catechesi era sulla preparazione spirituale (e non solo) agli ultimi tempi (che comunque sono SEMPRE, nel senso che, chi dopo 80 e chi dopo 100 anni, tutti moriremo). A parte gli innumerevoli spunti interessanti, una cosa ha lasciato particolarmente il segno: Padre Ripperger, citando San Tommaso d’Aquino e altri Padri della Chiesa, ha sottolineato come Dio permetta certe prove, sofferenze, difficoltà e altro, per sviluppare in noi le virtù che ci mancano. Diceva anche che nella stragrande maggioranza dei casi è proprio la sofferenza, nelle sue molteplici forme, a formare in noi le virtù che mancano. Questo tanto più se lo chiediamo a Dio. Ecco, la fede non è tutta rose e fiori, piaceri e spensieratezza, come forse troppo spesso oggi tendiamo a pensare nella nostra Chiesa in sofferenza, almeno non nell’immediato. Il frutto, le rose e i fiori, però sono il Paradiso, già su questa terra, nel senso che possiamo davvero già qui vivere da Dio e con Dio.

Alla luce di queste riflessioni ho maturato un pensiero che mi si è presentato chiaro come un lampo in un cielo grigio: Dio trarrà queste “occasioni di sofferenza” dalle circostanze in cui ci è dato vivere (dove magari, in ascolto della Sua volontà, siamo stati posti da Lui). Ergo, se sono sposato, se non miglioro negli aspetti della vita spirituale in cui devo migliorare le occasioni di sofferenza per la mia santificazione potrebbero ricadere sulla mia stessa famiglia. Su mia moglie, sui miei figli…dopotutto, con mia moglie sono un tutt’uno nell’ordine della realtà spirituale, e sui miei figli esercito l’autorità datami da Dio stesso, assieme a mia moglie. Dunque qualunque scelta sbagliata inevitabilmente ricadrà anche su di loro. Semplice no?
E questo vale soprattutto se, come ho fatto anche io, chiediamo a Dio e a Maria di aiutarci a crescere nella vita di fede e, in ultima istanza, di renderci santi così da poter passare l’eternità con Lui e tutti i santi e gli angeli.

E’ così che dunque sento la necessità di DECIDERE, senza indugio, a vivere virtuosamente da subito! A rinunciare a quei piccoli piaceri stupidi e inutili che mi fanno perdere tanto tempo. Padre Giuseppe Barzaghi OP una volta disse che la vita spirituale è come percorrere le scale mobili al contrario: se ti fermi torni indietro! Impossibile mettersi in stand-by.

Quindi decido, e invito i lettori a farlo con me. Tuttavia mi rendo conto che da solo non posso fare nulla. Quindi, di nuovo, decido, anzi decidiamo, ma nel farlo chiediamo a Dio, attraverso Maria, di darci le grazie necessarie per fare le rinunce, i sacrifici, le scelte necessarie per rendere meravigliosa la nostra vita e quella della nostra famiglia. Non facciamo ricadere su coloro che amiamo le nostre mancanze: ogni scelta e ogni mancanza che non affrontiamo per pigrizia o negligenza inevitabilmente porterà con sé delle conseguenze.


Dio ci aiuti, da soli non possiamo fare nulla.


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