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La Contea di Tolkien

La Contea di Tolkien

Vedendo i video di Paolo Nardi (invito a guardarli ed iscriversi al suo canale Youtube) sono rimasto colpito quando parla della Contea e della società degli hobbit. Questi personaggi comunicano un messaggio che mi ha fatto riflettere.

Chi ha visto i film della trilogia di Peter Jackson “Il Signore degli Anelli” ha in mente il meraviglioso paesaggio della Contea: è il Paese dove vivono gli Hobbit, mangiando, scherzando e organizzando grandi feste di compleanno. In settant’anni, da quando le opere di Tolkien sono diventate celebri, molti hanno iniziato a considerare la Contea come modello da seguire dal punto di vista ambientalista, ecologico e come società, molto simile a quella medievale, come se fosse un paradiso terrestre da difendere dalle forze del male. Insomma la Contea è un modello da seguire.

Ma è veramente così?

Caratteristiche moderne e borghesi della Contea

Se leggiamo bene i libri, gli Hobbit non sono una società medievale; ad esempio ne “Lo Hobbit” c’è scritto: “Poi tirò fuori la posta del mattino e cominciò leggerla […]” (pag. 7 casa editrice Bompiani seconda edizione Giunti Editore S.p.A.:  ottobre 2017, capitolo “Una festa inattesa”). Nel medioevo non esisteva il servizio postale, era stato introdotto in Gran Bretagna nel 1837. E ancora, fumano la pipa, il tabacco è stato introdotto solo dopo la scoperta dell’America. Si nota che nella società della Contea non esiste un ceto sacerdotale, e non c’è neanche un ceto nobiliare; si è vero, c’è un Conte, ma non si sa bene quali siano i suoi compiti. Ci troviamo a tutti gli effetti in una società borghese.

Punti di vista

Non dimentichiamo che Tolkien raccontava le sue storie da diversi punti di vista: nello Hobbit e nel Signore degli Anelli la narrazione è dal punto di vista degli hobbit, mentre Il Silmarillion è narrato dal punto di vista degli elfi. Come già detto prima, gli hobbit sono moderni; il fatto che siano moderni mi aiuta, ci aiuta, ad entrare in empatia con loro, quindi ad immergerci nei grandi racconti della Terra di Mezzo con cavalieri, re, altre creature viventi, orchi…con i loro occhi.

Visione degli Hobbit – Il vicinato

Sempre ne “Lo Hobbit” Bilbo, prima dell’arrivo di Gandalf, dice: “I Baggins vivevano nel circondario della Collina da tempi immemorabili, e la gente li considerava assai rispettabili […]”. Sappiamo che in seguito Bilbo verrà coinvolto da Gandalf nella missione con i nani per riprendersi il tesoro della Montagna Solitaria depredato dal possente drago Smaug. Dopo il viaggio, ritornato nella Contea, la gente crede che Bilbo sia morto e istituisce l’asta per vendere la sua casa e i suoi oggetti, e buona parte è già stata venduta. Ma più di tutte le cose perdute, dice il testo “aveva perduto la sua reputazione”, non era più rispettabile.

Se prendiamo il Signore degli anelli nel primo capitolo “Una festa a lungo attesa” nel dialogo tra il padre di Sam (o vecchio gaffiere o veglio a seconda di quale traduzione si voglia usare) e altri hobbit anziani si legge: “Si chiama Baggins ma più che per metà è un Brandaino, dicono. Non capisco perché un Baggins di Hobbiton debba andare a cercarsi una moglie a Landaino, dove la gente è tanto strana.” “Per forza sono strani”, interloquì Nonno Duepiedi (il vicino di casa del Veglio). “Vivono sulla sponda sbagliata del Fiume Brandivino, a ridosso della Vecchia Foresta. E’un postaccio buio, se solo la metà delle storie che raccontano sono vere.” “Hai ragione, Nonno!” disse il Veglio.” Non che Brandaino di Landaino vivano dentro la Vecchia Foresta; però per essere una strana genìa lo sono. Si trastullano in barca su e giù per quel grande fiume – e questo non si fa. Per forza poi capitano i guai dico io. […]” (pag. 41, Prima edizione Tascabili Bompiani: settembre 2021). O ancora nel capitolo “Una scorciatoia per i funghi”, quando Frodo, Sam e Pippin sono arrivati nella fattoria del vecchio Maggot nella Palude, sono seduti a casa sua davanti al camino e troviamo scritto: “Frodo rimase per un momento a fissare il fuoco, ma il suo unico pensiero era come fare a raggiungere il Traghetto. “Non so proprio che cosa pensare”, disse alla fine. “Allora ve lo dirò io”, disse Maggot. “Non avreste mai dovuto andarvi a confondere con quelli di Hobbiton, signor Frodo. Lì la gente è strana.” […]” . E gli Hobbit della Contea parlano male anche degli Hobbit di Bree. Tutto questo cosa dimostra? Che gli Hobbit hanno una visione limitata!

La logica del profitto

A causa di questa visione limitata, la pagheranno. Saruman (una volta capo dei cinque istari venuti da Valinor, la terra dei Valar, per fermare Sauron, ma poi tradì il Bianco Consiglio, costituito da Gandalf, Elrond, Galadriel e altri, per avere l’Unico Anello) sotto lo pseudonimo di Sharkey ha iniziato a trattare commercialmente con gli hobbit che, siccome sono una società moderna e borghese, usa il denaro e il sistema di accumulazione di tipo capitalista; e lo farà utilizzando uno degli hobbit, Lotho Sackville-Baggins (cugino di Frodo) e comincia a fare commerci di erba piparina (il tabacco che fumano gli Hobbit nelle pipe) a Isengard in cambio di un sacco di soldi per comprare altri terreni; pian piano Lotho ha iniziato a comandare la gente della Contea, vendendo non solo l’erba, ma anche alimentari. Venuto l’inverno la roba comincia a scarseggiare e la gente inizia ad arrabbiarsi, ma Lotho fa entrare un sacco di uomini (che nel libro vengono chiamati canaglie e sono uomini di Saruman) a portare merci e alcuni di queste canaglie cominceranno a risiedere nella Contea, facendo poi quello che vogliono. In poche parole gli hobbit si portano il dittatore in casa. Tolkien disprezzava questa logica del profitto e l’accumulazione capitalista. Mi pare davvero un racconto estremamente attuale!

Lati positivi degli hobbit

Ma quali sono i lati postivi di questi personaggi? Nello Hobbit Bilbo, il cui unico desiderio all’inizio del libro era quello di arrivare a cena alla sera, durante il viaggio cresce, diventa responsabile e addirittura capo del gruppo dei nani e tira fuori le sue qualità migliori per salvarli e dovrà addirittura tradirli per non far scatenare una guerra.

Nel Signore degli anelli, Frodo, Sam, Merry e Pippin intraprenderanno il viaggio facendo parte della compagnia dell’anello per distruggere l’oggetto stesso. Faranno incontri con creature che pensavano appartenere alle favole. Ognuno di loro farà delle scelte (sempre le più dure, ma le più giuste) e quando ritorneranno e vedranno quello che ha combinato Saruman nella Contea, saranno loro a risvegliare tutti gli hobbit per riprendersi la Contea e cacciare fuori il nemico. In sostanza gli hobbit facendo un viaggio e rendendosi conto che oltre la Contea c’è un mondo, sapranno cavarsela nelle situazioni più disperate. E non erano da soli nei loro viaggi; sia Bilbo che Frodo hanno avuto Gandalf come guida.

Su di me

Ecco perché mi affascinano questi personaggi. Posso dire che la mia vita è un viaggio. Ognuno di noi ha le sue guide e i suoi punti di riferimento. La guida che mi ha aiutato a diventare uomo, un marito e un terapista che cerca di far star bene i suoi pazienti è la Chiesa cattolica. Tramite sacerdoti e amici che hanno Fede, sono stato aiutato a capire che cosa vuol dire amare una persona, cosa vuol dire essere cattolico e saper fare le scelte giuste; tutti questi elementi mi portano a riconoscere che Gesù è presente nella mia vita; che mi dà un senso e che la morte non ha l’ultima parola: c’è la speranza di un’altra vita, quella eterna.  

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2 risposte a “La Contea di Tolkien”

  1. Avatar Elisa Marchi

    Bellissimo articolo! Mi ha fatto sognare e riflettere. Molto ben scritto

  2. […] un po’ troppo quando vengono trascinati in avventure e sono un po’ imborghesiti e, come sostiene anche Leonardo Fantoni in questo articolo per Opposto, questo non è […]

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