Santa e perseguitata dal demonio?? Si può!

Beata Cristina von Stommeln – 6 novembre

Durante la giornata spesso siamo distratti dalle robe che dobbiamo o vogliamo fare e non pensiamo alle cose di lassù. Beh, è anche vero però che pensiamo forse ancora di meno alle cose di laggiù. Al demonio, va’. È un bene? Secondo me dipende,

perché sapere che c’è un vero e proprio nemico ci fa capire che viviamo in una battaglia costante. Un esempio estremo può darcelo proprio Beata Cristina von Stommeln: nata nel 1245 in Germania, fin da piccolissima ha visioni di Gesù e questo amore enorme la spinge a entrare in monastero. Tutto nella norma, diremmo noi. Sì, peccato per un particolare: Cristina è perseguitata da Satana. Per buona parte della sua vita, la donna è attaccata dal demonio. E non sto parlando di momenti depre, ma di bastonate, bagni in acqua bollente, morsi nella carne, ossa rotte… E non scrivo altre robe ben peggiori e ripugnanti. E poi oltre al danno anche la beffa: all’inizio, le sue consorelle non credono sia opera di fattori esterni e prendono le sue ferite come autoinflitte. Pensano che sia pazza e solo grazie a un frate amico di Cristina, Pietro di Dacia, riescono a dare un senso a tutto.

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E in tutto ciò Cristina che fa? Prega e loda Dio, perché sa che pur vivendo per anni in un vero e proprio film horror (uno dei peggiori), sa che Dio non la abbandonerà mai. Una certezza che non ha imparato, ma ha sperimentato.

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E a noi? Quante volte ci capita di sentirci sballottati e bastonati dai demoni? Quante volte il peccato ci consuma così tanto che arriviamo la sera stanchi e tristi senza quasi neanche sapere il perché? Ma soprattutto: quanto ci sentiamo a pezzi e schifati con noi stessi quando ci rendiamo conto di quanto pecchiamo? Di nuovo, oltre al danno anche la beffa. Il demonio si beffa di noi ogni giorno: prima ci mena e poi ci dice che è colpa nostra, e per questo non potremo mai essere santi. Ci spoglia e ci prende per il culo.

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Qualche secolo fa, Cristina disse al demonio: «Infelice, non sai che mio Padre potrà darmi degli altri vestiti!». Dio è Padre e ci riveste di una dignità meravigliosa. Non ci resta quindi che ammettere di essere nulla ma essere pronti a essere rivestiti.

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