Ma magari, aggiungerei!
“Chi è autenticamente di Cristo è sempre straniero al mondo” (Don Massimo Vacchetti).
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D’altronde l’ha detto anche Gesù:
“Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.” [Gv 15, 18-19]
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Più volte, come educatore in parrocchia e in generale, come persona coinvolta nelle realtà ecclesiastiche, mi sono trovato a discutere con altri sul “come attirare più persone – in particolare giovani – in Chiesa”. Pensiero lecito e doveroso se non fosse che spesso e volentieri il confronto verte sul come “far piacere la chiesa al mondo” piuttosto che su “come portare Cristo al mondo”. La naturale conseguenza è che si finisca per appiattire il messaggio della fede e tacere intere parti di insegnamento della Chiesa pur di risultare attraenti e interessanti ai più. Il problema è che, così facendo, non si trasmette la vera fede. Non si trasmette la Verità, e in ultimo luogo quindi, non si ama davvero pienamente il prossimo. Sì, perché se davvero abbiamo incontrato Cristo, l’abbiamo conosciuto, abbiamo visto i frutti straordinari e meravigliosi che può produrre nella nostra vita, allora il più grande atto di amore verso chi ci sta attorno sarà proprio quello di portargli QUEL Cristo, senza compromessi, senza tacere qualcosa per timore che non piaccia. E se Lo abbiamo conosciuto davvero, sarà anche un nostro desiderio naturale! Con le dovute maniere, ovviamente. Mi vien da dire però, riflettendoci su, che se il primo movente della nostra testimonianza è sempre l’amore, per Dio e per il prossimo, allora i nostri modi saranno sempre giusti. “Ama e fa ciò che vuoi”, diceva Sant’Agostino in una sua frase fin troppo usata e probabilmente anche fin troppo fraintesa. L’Amore di Dio, infatti, è quello del quale San Paolo dice che “non si vanta”, “non manca di rispetto”, “non cerca il suo interesse“ ma “si compiace della Verità” [1Cor 13].
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Come si può sbagliare i modi allora, possedendo un Amore così?
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In questo senso e contesto quindi, mi interrogo su tutte quelle riunioni e incontri che nelle nostre chiese pongono i metodi, l’attivismo e le “tecniche” davanti alla sostanza della fede: Cristo.
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Forse se ci preoccupassimo con fervore totalizzante e ardente, della crescita spirituale in Dio delle nostre comunità, il lavoro per il Regno ci verrebbe un po’ più automatico.
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Una volta sicuri di aver avuto la massima cura per questo aspetto allora sì, potremo imparare nuovi metodi di testimonianza e carità, tutto nell’ordine giusto, poiché non dobbiamo dimenticare che “la Grazia costruisce sulla natura” (come dice San Tommaso d’Aquino nel commento al De Trinitate di Severino Boezio), e quindi anche la formazione è importante. Ovviamente il tutto nella massima accoglienza delle differenze e delle diverse consapevolezze di ciascuno nel suo personale cammino di fede.
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Tornando al discorso iniziale: chi è di Cristo non può appartenere al mondo. Ciò che non è del mondo quindi, non potrà mai piacere a chi è del mondo. Non possiamo rendere la Chiesa quel ragazzo molto insicuro di un gruppo di amici che cerca di piacere a tutti, perché finisce per essere deriso e non viene preso sul serio.
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Il messaggio della fede, l’amore di Dio, il nostro essere figli di Dio è sconvolgente e provocatorio, ed è radicato nella Verità. Chiunque cerca davvero la Verità, sarà attratto dai luoghi dove questa è presente. Potremmo farci un esame di coscienza e chiederci perché in così tanti contesti ecclesiastici le persone sono sempre meno, non di più…Ricordo che il diavolo, che è del mondo, anzi, ne è proprio il principe (Gv 12, 31 e altro), cerca in tutti i modi di allontanarci dalla Verità, di farci perdere la bussola o di renderci indifferenti, perché sa che se noi entriamo in contatto e rimaniamo attratti profondamente dalla Verità, lui non può più nulla perché Dio sarà con noi (come ci dice Gesù stesso in Mt 28, 20). Per questo per giungere alla piena e vera felicità in questa vita e nella prossima dobbiamo essere vigili, in continuo discernimento, forti della preghiera e dei Sacramenti (il sottoscritto in primis) alla continua ricerca della sempre più perfetta unione con Dio.
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“Chi è autenticamente di Cristo è sempre straniero al mondo”. Che cosa è allora e dov’è che non è straniero, ci chiederemo?!
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Ce lo dice San Paolo nella lettera agli Efesini: “Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.” [Ef 2, 19-22]
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Dinanzi a questo concludo, poiché ogni aggiunta sarebbe superflua.
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